DI GUIDO LANDOLINA
Commenti di Guido Landolina alle
LEZIONI
SULL'EPISTOLA DI PAOLO AI ROMANI
scritte
dalla mistica Maria Valtorta sotto
dettatura dello Spirito Santo
(pubblicazione
il sabato o la domenica)
(18 di 23)
CENTENARIO FATIMA 13
MAGGIO 1917-13 MAGGIO 2017
112. Prima ancora che Dio creasse,
Egli aveva già in mente il Peccato della futura Umanità e il rimedio per
salvarla, appunto il 'Verbo-Dio-Uomo crocifisso': la vittima sacrificale.
Faccio seguito al mio precedente
111. Tutti gli uomini peccano perché non hanno il 'Timor di
Dio'.
San Paolo aveva concluso, nei
versetti commentati nella precedente lezione (Rm 3,
9-20), che tutti gli uomini sono peccatori
perché non hanno il 'timor di Dio', e lo Spirito Santo valtortiano aveva
ulteriormente ampliato ed approfondito questo concetto.
Ora lo Spirito Santo commentando i successivi[1]
versetti della lettera di San Paolo si pone qui una serie di domande retoriche.[2]
Se
tutti gli uomini sono peccatori davanti a Dio e se dalla conoscenza della Legge viene la coscienza del
peccato e quindi la colpa perché
nessuno applica la Legge correttamente e - ancora - se nessuno potrà essere perdonato davanti a Dio attraverso
le opere prescritte dalla Legge, chi si
potrà mai salvare?
E in che modo?
E chi potrà infine meritare di
appartenere al popolo di Dio se tutto
il mondo - come appunto dice San Paolo - deve essere comunque ritenuto colpevole davanti a Dio?
Queste parole dell'Apostolo -
continua lo Spirito Santo - parrebbero distruggere la speranza che Dio ha dato
agli uomini, perché esse fanno pensare all'inutilità
di fare parte di coloro che seguono i dettami di Dio (cioè di coloro che
vorrebbero essere il suo 'popolo') in quanto essi fanno sempre imperfettamente le
opere della Legge.
Lo Spirito Santo dice però che le parole
di Paolo non distruggono né la speranza di salvezza né la promessa di Dio
perché - come dice l'Apostolo - tutti quelli che credono in Dio sono salvati gratuitamente per grazia divina in virtù
della Redenzione compiuta da Gesù Cristo.
Per l'Umanità imbarbarita dal
Peccato originale, Gesù Cristo - quale Uomo-Dio che ha accettato il Sacrificio
di Croce - è come se avesse tracciato con il Suo Sangue divino una strada che
dalla Terra giunge in Cielo indicando, grazie ai suoi insegnamenti nei tre anni
di predicazione attiva, la Via e la Verità per fare ottenere agli uomini la salvezza
eterna.
A questo punto lo Spirito Santo fa
una osservazione molto interessante.
Egli spiega che - contrariamente
agli uomini che vivono nel Tempo, fra passato, presente e futuro - Dio vive fuori del Tempo in un eterno Presente.
Nel tempo di Dio, che non è tempo,
la Redenzione non ha dunque rappresentato un evento futuro.
Nell'eterno presente di Dio la
Redenzione mediante la vittima propiziatoria preordinata da Dio non si è realizzata al momento della Morte
in Croce di Gesù ma è stata
pensata, anzi è stata tale, fin dall'inizio - se così si può
dire - di quell'eterno Presente.
Prima ancora che Dio creasse, Egli
aveva già in mente il Peccato della
futura Umanità e il rimedio per
salvarla, appunto il 'Verbo-Dio-Uomo Crocifisso': la vittima sacrificale.
E' un po' come dire - e qui sono io che aggiungo questo commento
di mio - che Dio, pensando alla Creazione, vedendo nel suo Presente eterno
il 'futuro' peccato dell'uomo, avesse preordinato l'antidoto necessario alla sua salvezza, cioè il riscatto grazie
al Sacrificio di amore di un Dio.
Poiché Dio - continua lo Spirito
Santo - è Amore infinito e sa anche
attendere, Egli ha sopportato i peccati e l'ingratitudine degli uomini
riservandosi di fare conoscere la sua Misericordia nel 'nostro' Tempo al momento giusto affinché si potessero salvare tutti coloro che - per conoscenze
dottrinarie o luce spirituale - avessero
creduto negli insegnamenti di Gesù Cristo.
Lo Spirito Santo invita a meditare
bene su queste sue ultime parole.
Cosa significa infatti che possono
essere salvati tutti coloro che hanno creduto negli insegnamenti di Gesù Cristo
per 'conoscenza dottrinaria o luce spirituale'?
Gli
antichi ebrei
ebbero la conoscenza dottrinaria delle Leggi divine ma - credendosi gli unici destinati al Cielo essendo gli unici - grazie
ai Profeti - a conoscere l'esistenza e la Legge del Dio vero - caddero nel peccato di orgoglio e superbia.
Essi si considerarono comunque salvi, paghi della
circoncisione fisica, senza pensare
che era necessaria anche la circoncisione spirituale
del proprio cuore.
Essi pensarono che la gloria eterna
spettasse loro per diritto, e solo a loro, mentre invece il
Cielo è una conquista per tutti gli
uomini. Conquista lunga, dura ma anche certa per coloro che perseverano fino in
fondo con la loro buona volontà.
Questo è pure l'errore in cui
incorrono anche molti cristiani cattolici moderni i quali, superbi, finiscono
per perdersi. Non è vero che solo un cattolico può salvarsi, perché Dio ha
poteri infiniti fra i quali quello di comunicare Se stesso alle anime, cioè di
ispirarle.
Dio legge nel cuore degli uomini ed
è felice di far conoscere se stesso a coloro che pur senza le conoscenze
dottrinali anelano a conoscere meglio quel 'Dio ignoto' che essi confusamente
sentono che esiste e che vogliono accontentare.
Allora Dio, nel suo amore
misericordioso, si comunica loro, li ispira, li aiuta e fa loro dono della fede anche
se in un Dio ignoto che essi non
conoscono, e questa fede viva è di aiuto e
premio per il loro comportamento da giusti in onore di quel 'Dio ignoto'
che essi cercano di conoscere.
Costoro saranno una grandissima
moltitudine - anche se pochi rispetto ai miliardi di uomini che sono vissuti
durante la storia dell'Umanità - perché lo stesso Dio che salva i 'circoncisi
spirituali' credenti nel Dio vero
per mezzo della loro fede, salva - sempre attraverso la fede - gli 'incirconcisi',
e cioè i pagani, che non lo conoscono ma che a Lui aspirano. Questa fede
misteriosa è veramente un dono divino per coloro che sono di buona volontà e
che - senza avere conoscenza delle opere prescritte dalla Legge - le praticano
spesso ancor meglio di quelli che le conoscono, per cui - per essi - la fede,
come dice anche Paolo[3],
è ancor più valida della conoscenza della Legge per salvare l'uomo.
Infatti - conclude lo Spirito Santo
- 'chi ha fede in un Dio ignoto che
ama e premia per il bene compiuto in suo onore' possiede anche la speranza e conseguentemente la carità
Per tutto ciò quando - con il
Giudizio universale - finirà la storia dell'Umanità, coloro che non hanno avuto
la possibilità di essere battezzati cristianamente con l'acqua per la
remissione del Peccato originale si vedranno cancellata la Macchia d'Origine
grazie ad un Battesimo di Fuoco,
ossia - dice lo Spirito Santo - 'con la Carità data a premio della loro carità'.
Lo Spirito Santo valtortiano ci
aveva prima invitato ad una profonda meditazione e - in effetti - Egli ha
chiarito il linguaggio in un certo senso 'criptico' caratteristico di questa
epistola di San Paolo, illuminandola della luce della Sapienza e conducendoci
per mano dentro le sue pieghe più riposte.
Non c'è dubbio che la Misericordia
di Dio appare qui in tutta la sua grandezza.
Non esiste un Dio solo dei cristiani, ma esiste un Dio di tutti gli uomini.
Non si salvano solo i cristiani nè tantomeno solo
i cattolici, ma anche i 'non cristiani'
essendo sufficiente che questi ultimi - pur ignorando le opere della Legge - si comportino secondo la Legge avendo fede nel 'Dio
ignoto' che essi confusamente sanno esistere e che vogliono compiacere.
Fede che é un dono che Dio concede loro per
premio, cogliendo nel loro intimo la loro aspirazione al Bene, ispirandoli
poi direttamente a fare sempre meglio comportandosi sempre più da 'giusti'.
Essi infatti, senza conoscere le
opere prescritte dalla Legge, le praticano ancor meglio di molti che le
conoscono.
Come Dio - per mezzo della loro fede - salva i 'circoncisi spirituali' che
credono nel vero Dio, così Egli salva, sempre
attraverso la fede, i pagani incirconcisi che non lo conoscono ma a Lui
aspirano.
Con un Dio così è impossibile
davvero dannarsi, a meno che uno proprio
non lo voglia.
Non è dunque il Dio terribile
dell'Antico Testamento conosciuto dagli ebrei di allora.
Quello era il Dio del tempo del rigore verso l'uomo
peccatore, ma venuto il momento - nel
'nostro' tempo - della Redenzione prefissata da Dio ab-aeterno, nel Presente di Dio, ecco farsi Carne il Dio dell'Amore, quello della Misericordia, il Dio della Nuova Alleanza stipulata con il Sangue di Gesù[4],
alleanza per la quale diventiamo figli
di Dio[5],
del quale riceviamo lo Spirito.[6]
La fede è ancor più valida della
Legge per salvare l'uomo, infatti - concludeva prima lo Spirito Santo - chi ha fede ha speranza e chi ha la
speranza ha la carità e Dio - che è Carità - si dona a chi mostra carità.
Qui non può non aprirsi una
ulteriore riflessione su questo misterioso dono della Fede, un dono che è anche
premio.
Perché dono, e perché premio?
Quante volte non abbiamo sentito
qualcuno anche bonariamente 'recriminare' il perché Dio abbia dato la fede ad altri e non a lui che non ce l'ha?
La Fede è un 'dono' che viene
dato a quelli di buona volontà che cercano Dio.[7]
E' un dono che serve a raggiungere
meglio l'obbiettivo della salvezza, ma non è un dono assolutamente
indispensabile, nel senso che per molti, che 'fede' non hanno, conta la
coerenza dei comportamenti nel rispetto delle 'leggi' scritte da Dio nel nostro
cuore.
Ma, comunque, la fede è un dono
importante, che rende tutto più facile.
E quindi la responsabilità verso Dio-donatore di chi ha avuto il 'talento'
della Fede è ancora più grande e, per giustizia, gliene verrà chiesto conto.
Perché ognuno deve dare in proporzione, almeno, a quello che gli è stato dato.
Ma la carità, che è Amore, quanto è grande la carità...!
Ma per arrivare all'Amore, cioè alla
Carità, bisogna passare attraverso la Speranza
perché non può amare chi non 'spera' e
non può sperare chi non cammina sul solido terreno della Fede che impedisce lo
sprofondamento sulle sabbie mobili del Peccato.
Fede, Speranza, Carità: tre virtù necessarie all'unione con
Dio.
Chi ha la Fede, e in più la Speranza
del proprio Dio, riesce alla fine anche ad 'Amare', cioè a congiungersi con
Dio.
Chi non ha ‘fede’ non può fare
apostolato.
Ma nemmeno chi ha mancanza di
Carità, cioè di Amore, può farlo, perché è vero che l'insegnamento della
'dottrina' senza la trasmissione dell'Amore è trasmissione di parole vuote
dette con le labbra ma non con il Cuore. Ma l'Amore non è quello che si intende
comunemente, umanamente. L'Amore non è 'sentimentalismo' ma impegno fattivo.
L'amore a Dio lo si mostra non con
slanci d'affetto, che sono 'umanità', ma con il 'sacrificato' rispetto della
legge dei Dieci Comandamenti...
Non sentimentalismo, ma fatti. E come la Fede
è il palo che sorregge la vite tesa verso l'alto del Cielo, così la Speranza è
il 'palo' che sostiene la Fede e la spinge - con la 'sua' anima - verso
l'Amore.
Bisogna dunque aver sempre Speranza,
non deflettere mai nonostante le possibili, sempre possibili, circostanze della
vita. Rimanere sempre avvinti al palo della Speranza, perché finché avremo Speranza avremo anche la Fede e finché avremo fede avremo anche
Dio, che è appunto Carità.
Sommario dei 'Pensieri a
voce alta' (dal n.
095 al 117) che - con frequenza il sabato o la domenica -
vengono di volta in volta inseriti
nella Sezione 'Pensieri a voce alta'
del mio Sito (QUI), da dove potranno essere liberamente scaricati, come
pure su Gloria.tv. (QUI)
095.
Pensiero introduttivo.
096.
L'Aurora della Stella del mare. Il Tempo di Maria. (Parte prima)
097. San
Paolo. Alcuni episodi salienti della sua vita avventurosa.
098.
Paolo: ebreo, israelita, ardente nelle pratiche mosaiche e
farisaiche,
fanatico, intransigente sino all'ingiustizia…
099.
Pentecoste. La discesa dello Spirito Santo nel Cenacolo su Maria S.S. e sugli
Apostoli.
100. La doppia natura di Gesù, vero
Dio e vero Uomo.
101. Il
Giusto vive di fede.
102.
L'Aurora della Stella del mare. Il Tempo di Maria. (Parte seconda)
103. La
'seconda venuta'. «Quando verrò?... Verrò…! Non avrò nuova carne poiché ne ho
già una perfetta… Evangelizzerò, non come evangelizzai, ma con forza nuova…»
104. La
negazione del Dio Creatore e l'Evoluzionismo.
105. I negatori dell'Eucarestia ed i
satanisti… 'credenti'.
106. Le 'anime-vittima' per la
salvezza del mondo.
107. Non giudicare!
108. Le tribolazioni e l'angoscia
del grande peccatore in vita e le
pene dell'inferno.
109. Le quattro dimore dell'Aldilà.
Paradiso, Inferno, Purgatorio e Limbo.
110. Dio vuole la circoncisione dei
cuori e di fronte ai ministri boriosi che ostentano sapienza prende dei 'laici'
che - pur essendo umili ed ignoranti - diventano 'sapienti' per ispirazione
diretta di Dio che li istruisce.
111. Tutti gli uomini peccano perché
non hanno il 'Timor di Dio'.
112.
Prima ancora che Dio creasse, Egli aveva già in mente il Peccato della futura
Umanità e il rimedio per salvarla, appunto il 'Verbo-Dio-Uomo crocifisso': la
vittima sacrificale.
113. E'
per la sua fede in Dio e non per la circoncisione fisica che
Abramo
ricevette la promessa di una discendenza numerosa fra circoncisi ed
incirconcisi.
114. Maria S.S., l'Arca dilettissima
di puro oro che ancor ci contiene così come
è da Noi contenuta….
115. La scala ascensionale della
Creazione, la cui perfezione è Gesù
Cristo, l'Uomo-Dio, che unisce in Sé
la natura divina e quella umana.
116. Il mio Essere si estende su
tutto l'Universo. La mia Luce bagna di Sé gli astri, i pianeti, i mari, le
valli, l'erbe, gli animali. La mia Intelligenza corre per tutta la Terra, istruisce
i lontani, dà a tutti un riflesso dell'Alto, educa alla ricerca di Dio. La mia
Carità penetra come il respiro e conquista i cuori.
117.
Porrò il mio Arcobaleno fra le nubi… e mi ricorderò del mio Patto…
[1] Rm 3,
21-31:
21 Ma, ora, senza la legge, si è manifestata la
giustizia di Dio, comprovata dalla legge e dai profeti, 22 la giustizia di Dio
per la fede di Gesù Cristo, in tutti e sopra tutti quelli che credono in lui. Non v’è alcuna distinzione, 23 perché tutti
hanno peccato ed hanno bisogno della gloria di Dio, 24 e son giustificati
gratuitamente per la grazia di lui mediante la redenzione che è in Cristo Gesù,
25 da Dio preordinato vittima
propiziatoria mediante la fede nel suo sangue, per dimostrare la propria
giustizia nella remissione dei precedenti delitti, 26 sopportati da Dio per far conoscere la sua giustizia nel tempo presente, in modo che sia
giusto e giustifichi colui che crede in Gesù Cristo.27 Dov’è dunque il tuo
vanto? È tolto. Per qual legge? Per
quella delle opere? No: per la legge della fede. 28 Noi riteniamo che l’uomo è giustificato per mezzo della fede, senza le
opere della legge. 29 È forse Dio dei soli Giudei? E non è anche Dio dei Gentili? 30 Certamente anche dei Gentili, perché v’è un Dio solo che giustifica i
circoncisi per mezzo della fede e gl’incirconcisi per mezzo della fede.31
Distruggiamo dunque la legge per mezzo della fede? No, certamente; anzi noi
confermiamo la legge.
[2] M.V.:
'Lezioni sull'Epistola di Paolo ai Romani' - 25.1.48 - Centro Ed. Valtortiano
[3] Rm 3,
27-30.
27 Dov’è dunque il tuo vanto? È tolto. Per qual
legge? Per quella delle opere? No: per
la legge della fede.28 Noi riteniamo
che l’uomo è giustificato per mezzo della fede, senza le opere della legge.29
È forse Dio dei soli Giudei? E non è
anche Dio dei Gentili?30 Certamente
anche dei Gentili, perché v’è un Dio solo che giustifica i circoncisi per mezzo
della fede e gl’incirconcisi per mezzo della fede.31 Distruggiamo dunque la
legge per mezzo della fede? No, certamente; anzi noi confermiamo la legge.
[4] Mt
26, 27-28
[5] Rm
8,14
[6] 2 Cor
3,6
[7] Guido
Landolina: 'Alla ricerca del Paradiso perduto' - Cap. 54 - Ed. Segno, 1997 -
vedi anche l'opera leggibile e scaricabile dal sito internet dell'autore (Sez.
Opere): www.ilcatecumeno.net